Brand Identity. I termini tecnici in inglese, spesso legati al marketing, possono confondere o dare l’idea di una cosa che non può essere “alla portata di tutti”. A me capita che diano questa impressione, nonostante anche in Italia, nella quotidianità, ci si trovi sempre più spesso a contatto con la lingua inglese.
Oggi abbiamo internet e i motori di ricerca (o meglio Google – il motore di ricerca) ci danno la possibilità di trovare in rete migliaia di risultati, se cerchiamo “brand identity”. Chiunque di noi può approfondire come vuole e per il tempo che ha a disposizione.
La definizione che volevo dare qui è più discorsiva, sicuramente più elementare e molti la troveranno discutibile e imperfetta, ma il concetto, per come la vedo io, resta quello.
Brand Identity è letteralmente l’identità della marca, o per arrivare al nocciolo della questione: l’identità aziendale. Si parla dell’insieme degli elementi che permettono il riconoscimento di una marca o di una azienda da parte delle persone che ne vedono il nome, il simbolo, un prodotto o una pubblicità. Andando oltre si può dire che una Brand Identity ben fatta permette anche di far comprendere gli obiettivi, l’anima e i valori dell’azienda che la adotta come propria.
Definire nel complesso una Brand Identity non è mai una cosa semplice, se si vuole veramente abbracciare tutto quello di cui l’azienda ha bisogno per essere riconosciuta. Il lavoro di un professionista, che deve fornire all’azienda gli strumenti per distinguersi in un mercato ricco di concorrenti, prevede un’analisi approfondita per riuscire a dare al cliente degli strumenti veramente efficaci.
Questo però non vuol dire che la Brand Identity sia un obiettivo riservato solo alle grandi aziende e non possa essere adottata anche da aziende medio-piccole, o anche piccolissime, che lavorano in un territorio ridotto. A volte si può partire da concetti e azioni semplici per cercare di dare ordine alla propria immagine, a come si viene visti dalle persone che poi vorremmo far diventare nostri clienti.
Per come la vedo io la Brand Identity per una piccola azienda può partire anche da questa semplicità, dal mettere ordine in quello che si fa quotidianamente, dal come ci si presenta all’esterno anche nelle piccole cose. Per provare a spiegarvelo, paradossalmente, vorrei utilizzare un esempio che riguarda una grande azienda, grandissima: IKEA.
Dieci anni fa rilanciai un post tratto da Brand New di Underconsideration che parlava della scelta di IKEA di abbandonare – dopo 50 anni – il carattere “Futura” (o meglio una versione leggermente personalizzata, chiamata “IKEA Sans”), utilizzato fino a quel momento per tutta la Brand Identity del gruppo: dai cataloghi alla segnaletica, al sito internet, ecc.
Nell’estate del 2009 la cosa fece scalpore e il dibattito tra i professionisti fu molto acceso. La scelta era però ragionata e alla fine probabilmente ha pagato abbondantemente nel favorire la Brand Identity del colosso svedese. Poche settimane dopo la decisione anche la stessa IKEA si meravigliò del dibattito scatenato e sentenziò che “era limitato solo ai professionisti del settore e che il grande pubblico non era così interessato”.
Fu detto che la scelta si basava sulla maggiore semplicità nell’utilizzo del Verdana rispetto al carattere precedente. Il Verdana era presente praticamente su tutti i computer, poteva essere usato dai dipendenti in modo semplice e immediato, poteva riguardare l’utilizzo online sul sito internet e nella stampa tipografica, nel piccolo e nel grande formato. Insomma, nonostante la scelta fosse stata criticata IKEA aveva reso più immediata la gestione della propria Brand Identity.
Questo esempio per dire che anche una piccola azienda, con una scelta apparentemente banale e a costo zero, può migliorare la propria riconoscibilità da parte del pubblico. Una cosa che sembra scontata, ma che viene spesso disattesa: se nelle proprie comunicazioni, sul proprio sito internet, magari anche nei propri volantini promozionali, si decide di usare un carattere gratuito, semplice, ma sempre quello, si favorirà la propria riconoscibilità.
Molto spesso invece anche in aziende di due o tre persone si vedono comunicazioni o email “personalizzate” dai singoli, con simboli aziendali che vengono usati “liberamente” o “storpiati”, con colori diversi usati in diverse email, file di testo o volantini, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro. Ecco: l’organizzazione e un maggiore ordine, come in qualsiasi lavoro quotidiano, migliora le cose. Fate scelte semplici magari, ma scegliete, perseverate e valutate.
Questo percorso viene ovviamente favorito se ci si rivolge a un professionista, che sicuramente consiglierà prima di tutto la semplicità. Poi ci sarà tempo per andare nel dettaglio e aggiungere elementi che distinguono la propria attività: Secondo me un buon inizio è partire da un logo semplice, riproducibile su tutti i canali che si utilizzano, con un sito internet chiaro e indicizzato bene e una serie di strumenti ben personalizzati. Ci sono risorse in rete gratuite che, se affidate al lavoro di un professionista, con una spesa adeguata alle proprie esigenze, possono risultare molto efficaci.
Quindi: semplicità, un investimento proporzionato alla propria attività e affidarsi ad un professionista del settore. La Brand Identity si può semplificare anche così. Date un’occhiata a quello che faccio e chiedetemi un consiglio anche via email, vi risponderò con piacere.
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