Mancherebbe ancora il via libera del Garante della Privacy
Dovrebbe essere il “gran giorno”. Usiamo il condizionale però.
Dopo un percorso lungo e accidentato, tra questioni legate alla privacy (di modesta entità, se non mediatica) e tempi lunghi per la definizione del meccanismo di funzionamento, sta per arrivare sulle piattaforme Android e IOS la app Immuni.
“Sta per arrivare”, perché il lancio ufficiale sarebbe previsto per oggi, ma mancherebbe ancora il via libera del Garante della privacy. Così almeno si legge su molti quotidiani online.
Il 25 maggio scorso il Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione ha rilasciato il codice sorgente della app Immuni, sia per la versione degli smartphone Apple, sia per quello che utilizzano il sistema Android.
Si legge sul sito del Ministero:
“La diffusione del Coronavirus si contrasta anche utilizzando le nuove tecnologie. Frutto della collaborazione tra Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio, Ministero della Salute e Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, l’app ha lo scopo di migliorare efficienza e velocità nell’individuare soggetti che hanno avuto contatti con persone risultate positive agli esami di laboratorio. Il nuovo sistema potrà contribuire anche all’individuazione di eventuali nuovi focolai. Tutto questo nel rispetto della privacy e della sicurezza individuale e nazionale”.
Nell’articolo si dà il link anche per tutte le informazioni sul progetto open source e per partecipare alla community degli sviluppatori che stanno testando la app, contribuendo con miglioramenti e correzioni, su Developers Italia: https://developers.italia.it/it/software/pcm-immuni-app-immuni
E soprattutto viene comunicata tutta la documentazione tecnica della app e il codice sorgente, sottolineando come “il codice aperto è un bene comune del nostro Paese, della community degli sviluppatori italiani e internazionali”.
Nei giorni scorsi anche Google, dopo Apple, aveva effettuato tutti gli aggiornamenti delle API per permettere il funzionamento dell’applicazione. L’aggiornamento aveva dato spazio anche alle prime polemiche e alle prime notizie false sull’inizio del monitoraggio “all’insaputa degli utenti”. Tutto falso, ma i primi messaggi giravano nei gruppi WhatsApp.
Come dovrebbe funzionare Immuni?
La app potrà essere scaricata da tutti anche nella fase iniziale, ma il monitoraggio sarà attivo solo per quattro regioni, che hanno aderito alla fase di test. Un periodo di prova che, vista la riapertura totale anche dei confini prevista per il 3 giugno, risulta forse un po’ tardiva…
Le prime regioni ad aderire sono state Liguria, Marche, Abruzzo e Puglia. Inizialmente sembrava avesse aderito anche il Friuli Venezia Giulia, ma così non è stato.
Gli esperti dicono che, se più della metà della popolazione la scaricasse, una volta a regime la app potrebbe aiutare a contenere il contagio da coronavirus SARS-CoV-2 e il diffondersi della malattia: il CoVID-19.
Per il suo funzionamento l’utente non dovrebbe fare molto: installare la app sul proprio smarfphone e inserire pochi dati generici, come il proprio comune di residenza. Il telefono a quel punto farà tutto il resto e inizierà a dialogare, con dati criptati, con altri smartphone dove è installata la app.
Lo farà tramite bluetooth, che funziona in modo molto più preciso – nel corto raggio – rispetto alla geolocalizzazione. I codici generati dal “contatto” dei telefoni saranno anonimi e serviranno solo per poter risalire alle persone “a rischio” nel caso qualcuno dei proprietari degli smartphone, venga trovato positivo al virus. Chi si sarà avvicinato alla persona positiva potrà essere rintracciato e avvisato.
Attenzione alle truffe
Come per le notizie false sul funzionamento della app “a nostra insaputa”, si stanno diffondendo velocemente anche alcune truffe informatiche, tramite email o altri canali, addirittura con app false. Truffe che mirano a scaricare virus, questa volta informatici, su telefoni e pc.
Attenzione quindi. Una volta che la app Immuni, verrà rilasciata, sarà scaricabile solo tramite le piattaforme Android e IOS. Verrà probabilmente preceduta da comunicazioni ufficiali delle istituzioni, quindi state attenti a cosa scaricate!
Cerchiamo di tutelarci dal coronavirus, ma anche dalle infezioni informatiche, meno dannose per la nostra salute, ma spesso più dannose per i nostri computer e la sicurezza dei nostri dati.
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