2 settembre 1991 / 2 settembre 2021. Oggi sono trent’anni che lavoro in questo mondo. Ci ho pensato tanto a cosa scrivere: in tutto questo tempo è cambiato tutto, si è fatto tutto più veloce.
Allora c’erano i negativi, gli ingrandimenti, le pellicole, i tavoli luminosi per montare tutto a mano (una professionalità incredibile sparita con l’avanzare della tecnologia), le macchine per fare le lastre dalle pellicole, il bromografo e le cianografiche (quelle vere con il puzzo di ammoniaca che appestava i laboratori delle tipografie), ma anche le consegne dei comunicati stampa in busta, i fax, le macchine da scrivere (a scuola ho fatto anche dattilografia…), le corse a portare i betamax del girato alle redazioni delle televisioni, le “sbobinature” e ancora il ciclostile a volte.
Ho iniziato facendo quello, a dire il vero – per hobby – qualche anno prima, quando a volte facevo il “portantino” per il registratore (allora collegato con un cavo alle telecamere) nelle riprese in esterna e facevo il pony express: “servizio stampa”. C’era il DOS, il Mac (quello vero) e i primi Windows. I primi programmi di grafica, i primi scanner (quanta soddisfazione a mettere le foto da solo negli impaginati). Ma chi se le ricorda più queste cose.
Nel 2002 ho iniziato a camminare da solo e ho scoperto che in fondo quello che facevo poteva essere chiamato “artigianato” alla Camera di Commercio, anche se la mia vita è sempre ruotata intorno al giornalismo, all’editoria. Quando ancora dovevo iniziare davvero ho visto nascere “Dimensione Agricoltura” dell’allora Confederazione italiana coltivatori e l’ho accompagnato per questi trent’anni, dal 1991 a oggi. Ho visto tanti uffici stampa, tanti giornali nati e morti, i primi programmi per mettere gli articoli direttamente in pagina (mi viene in mente l’inserto toscano “Mattina” de l’Unità). Gli anni quando giocavo in casa e una delle cose che mi rendono ancora fiero: il restyling dello stemma del Comune di Sesto Fiorentino alla metà degli anni 2000. E poi quanto ci vorrebbe a raccontarle tutte….
E poi tutte le persone che ho conosciuto, da cui ho imparato qualcosa e che ancora mi insegnano tanto. Tutte quelle – troppe – che non ci sono più e che mi porto nel cuore.
Ci ho pensato tanto a cosa scrivere e di tutto questo tempo mi rimangono un milione di ricordi, tante soddisfazioni, tanti anni caricati via via sulle spalle.
Oggi sono più stanco e più lento. Porto via ancora troppi momenti alla famiglia che è nata nel frattempo, alla pazienza di Valeria, di Alice e di Enrico.
Vorrei fare ancora troppe cose nuove, ma si sono fatte strada anche tante preoccupazioni per il futuro, la salute che tentenna e il traguardo di una pensione che arriverà chissà quando, tra quasi altri vent’anni?
Ci ho pensato tanto e poi alla fine ho scritto questa cosa di getto, lasciando fuori troppo di quello che è stato. Me lo porto dentro e in fondo mi basta. Sono ancora curioso ed entusiasta, nonostante tutto. Non è poco.
And you run, and you run to catch up with the sun, but it’s sinking
Racing around to come up behind you again
The sun is the same in a relative way, but you’re older
Shorter of breath and one day closer to death.
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